La circolazione del sapere

Shared by Max Ecco: ora ho una mia opinione anche sul caso Luttazzi (che mi angosciava più di quanto crediate...) Marco Simoni sul suo blog su Il Post scrive un bel pezzo sulla faccenda Luttazzi (il comico riminese accusato da un amplissimo lavoro ...

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Ecco: ora ho una mia opinione anche sul caso Luttazzi (che mi angosciava più di quanto crediate…)

Marco Simoni sul suo blog su Il Post scrive un bel pezzo sulla faccenda Luttazzi (il comico riminese accusato da un amplissimo lavoro di ricerca da parte di suoi ex fans di aver copiato centinaia e centinaia di battute da spettacoli di comici americani. L’Unità ha una bella inchiesta al riguardo ed ospita anche le flebili controdeduzioni di Luttazzi. A me interessa sviluppare un paio di punti. Il primo lo introduce Paolo Virzì nei commenti sul Post dicendo:

Prima che partano linciaggio e lapidazione del Luttazzi, vorrei ricordare sommessamente che: 1) Shakespeare rielaborava narrazioni precedente. L’Amleto è la traduzione in inglese di una della saghe danesi di Snorri Sturluson. 2) Woody Allen ha preso di peso pagine del primo Philip Roth (Portnoy) e le ha portate al cinema. 3) Ombre Rosse è, per molti versi, una rivisitazione in chiave western del Boule de Suif di Maupassant. In nessuno dei casi (e potremmo citarne un altro migliaio) l’autore ha mai dichiarato l’ispirazione originale (o come direbbero gli spietati giustizialisti: il plagio). Io credo soprattutto per non disturbare la sorpresa ed il divertimento del lettore/spettatore. E poi che i comici si rubino allegramente le battute è tradizione antica, chiedere a Ruzante, a Goldoni, a Peppino de Filippo, a Totò. E adesso mi permetto di invitare tutti, per favore, a riporre le torce e i forconi.

Virzì ha evidentemente ragione, tutta la storia della cultura si basa su questo continuo rimescolamento e contaminazione: dentro questo grande calderone le attribuzioni sono importanti per gli interessati (e hanno spesso un evidente valore economico) ma hanno invece interesse minore se osservate con gli occhi del fruitore. Se Luttazzi traduce una battuta geniale di Lenny Bruce e me la racconta facendomi ridere ha giocato la sua parte dentro il meccanismo di propagazione della conoscenza. Nello stesso tempo è vero che sempre piu’ spesso gli interessi economici dei singoli tendono a mettersi di traverso rispetto a simili remix culturali e Luttazzi non fa eccezione, prima tacendo in larga misura la citazione delle fonti e poi reagendo con veemenza (accuse di diffamazione e cose simili) e risentimento (richieste di rimozione dei video con le prove dei plagi da Youtube intentate dalla sua società). Viene subito in mente Disney che prima saccheggia con genio le storie di Victor Hugo e dei Fratelli Grimm per i suoi cartoni animati e poi fa di tutto perchè gli altri non possano fare altrettanto attraverso una serrata attività di lobbing per allontanare il più possibile il publico dominio.

A tale proposito mi è tornato in mente un episodio piccolo di cui sono stato testimone tanti anni fa. Dicembre, cade la prima neve, un teatrino di montagna sull’appennino romagnolo, Luttazzi inizia il suo monologo di fronte ad una folta platea quando ad un certo punto, dopo qualche minuto dall’inizio, si accorge che nel loggione c’e’ qualcuno che sta registrando con una piccola telecamera. Interrompe lo spettacolo, fa accendere le luci e dice con toni sbrigativi al tizio di spegnere la telecamera, che i diritti e i DVD e l’esclusiva e non so bene che cosa d’altro. Pensa se quel tale fosse stato Lenny Bruce piombato a Galeata direttamente dal paradiso dei comici.

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